Da piú di 500 anni l’oro viene consumato nelle tavole dei nobili di tutta Europa.
Le prime testimonianze sull’oro ad uso alimentare risalgono all’Egitto nel II Millennio A.C. . Gli antichi egizi lo utilizzavano al semplice scopo votivo: oltre ad utilizzare l’oro come materiale prezioso per decorare affreschi, tombe e sarcofagi dei faraoni, pensavano che il suo impiego all’interno delle pietanze poteva servire per avvicinarsi al divino.
In Europa l’oro alimentare arriva nel Medioevo quando, nel 1386, Gian Galeazzo Visconti organizzò un banchetto regale in occasione delle nozze di sua figlia Violante, deliziando i suoi ospiti con storioni, carpe, anatre e quaglie ricoperte da una sottilissima foglia d’oro.
Numerose testimonianze coeve raccontano un impiego analogo dell’oro alimentare nelle principali corti europee dell’epoca: sulle tavole della Regina Elisabetta I venivano servite arance, melograni, fichi e chicchi d’uva ricoperti da una finissima e magnifica polvere d’oro.
Agli inizi del 1900 l’oro scoprì un suo nuovo e possibile impiego: farmacisti e dottori aggiungevano l’oro all’interno dei medicinali perchè credevano, e lo pensano tuttora, che abbia degli effetti sorprendenti sulla salute umana, come potentissimo antinfiammatorio e ottimo rimedio contro l’invecchiamento della pelle.